La prima, storica edizione dello US Open di golf si tiene nel 1895, presso il Newport Golf Club di Newport, nel Rhode Island. L'intero torneo si svolge nell'arco di una sola giornata, il 4 ottobre 1985, e vede la partecipazione di 11 golfisti (di cui uno non professionista) che si sfidano con la classica formula dello stroke play (la vittoria finale va al giocatore che completa i giri prestabili del campo totalizzando il numero minore di colpi). La prima edizione del torneo vede i contendenti impegnati in 4 giri di un campo con 9 buche, per un totale di 36 hole. A conquistare la vittoria dello US Open è il giovane inglese Horace Rawlins, che chiude la competizione con soli due colpi di vantaggio sul secondo classificato, Willie Dunn.
A partire dal 1898, la formula dello US Open varia, avvicinandosi a quella moderna: da 36, le buche diventano 72 e la durata del torneo si estende a due giornate. Il prestigio e la fama della manifestazione golfistica iniziano a crescere e così la competizione si apre ad un numero di partecipanti sempre maggiore: lo svolgimento dello US Open comincia a comprendere anche una fase dedicata alle qualificazioni, che seleziona i golfisti ammessi alla fase di gara. Infine, lo US Open passa alla formula moderna a partire dal 1965, quando la gara ufficiale comincia ad essere articolata in quattro giornate, ognuna comprensiva di 18 buche.
Se nelle primissime edizioni del torneo a primeggiare sono soprattutto golfisti provenienti dall'Europa e, in particolare, dall'Inghilterra e dalla Scozia (paesi con una lunga tradizione sportiva in ambito golfistico), a partire dalla vittoria conquistata da John McDermott nel 1911, i padroni di casa cominciano a dominare la classifica dello US Open, conquistandone la stragrande maggioranza delle edizioni.
Con l'eccezione delle vittorie del sudafricano Gary Player, dell'inglese Tony Jacklin e dell'australiano David Graham, fino agli Novanta il predominio dei golfisti statunitensi rimane incrollabile. È proprio nell'ultima decade del secolo scorso che le scuole golfistiche internazionali tornano a dare filo da torcere ai campioni a stelle e strisce: il Sudafrica si impone con Ernie Els nel 1994 e nel 1997 e, nelle stagioni successive, conquistano la vittoria del trofeo dello US Open anche giocatori neozelandesi, australiani, argentini, dell'Irlanda del Nord, inglesi e tedeschi. Anche nelle annate più recenti, tuttavia, i nomi dei plurivincitori del torneo continuano ad essere statunitensi. Tra i più celebri campioni dello US Open degli ultimi anni spiccano Lee Janzen, Payne Stewart e Tiger Woods, capace di trionfare nel 2000 (con un margine di ben 15 colpi sul secondo classificato), nel 2002 e nel 2008, diventando così uno dei golfisti più premiati della storia dello United States Open Championship.
Attualmente, lo US Open continua a svolgersi sulla distanza delle 72 buche, ospitato da celebri campi da golf statunitensi, tra cui l'Oakmont Country Club, il Baltusrol Golf Club e l'Oakland Hills Country Club.
Tra i più grandi giocatori ad aver conquistato la vittoria dello US Open è possibile ricordare abili golfisti del passato del calibro di Willie Anderson, Bobby Jones, Ben Hogan e Jack Nicklaus, tutti riusciti a sollevare ben quattro volte la coppa del torneo nel corso della loro carriera. Tra i record più interessanti realizzati nelle recenti stagioni, invece, si può citare quello del nordirlandese Rory Mcllroy, che nel 2011 guadagna la vittoria dello US Open totalizzando uno score pari a solo 268 sulle 72 buche.
Il 2019 United States Open Championship è stato il numero 119. Il torneo è stato disputato dal 13 al 16 giugno a Pebble Beach Golf Links a Pebble Beach, in California.
Con grande sorpresa per il pubblico, Gary Woodland ha vinto il suo primo titolo principale battendo Brooks Koepka, che chiude a tre colpi di distanza. Koepka, numero uno a livello mondiale, era impegnato nel tentativo di stabilire un record rimasto imbattuto dal 1905: tre US Open di fila.
Francesco Molinari conclude in sedicesima posizione (-2), a ridosso della top ten. +4 invece per Renato Paratore, un altro azzurro in gara, al suo esordio in un Major.