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Film sul poker

Il poker è il gioco di carte più amato e giocato nel mondo, tanto da ispirare decine e decine di pellicole cinematografiche. Spesso viene erroneamente considerato solo un passatempo basato sulla fortuna, ma in realtà il poker è una vera e propria disciplina che combina abilità, strategia, psicologia e gestione del rischio.

Proprio per questa sua natura complessa e affascinante, il poker è diventato una fonte inesauribile di ispirazione per l’arte, in particolare per il cinema. Considerarlo una metafora della vita significa attribuirgli tratti che riflettono il comportamento umano, creando spunti ideali per racconti intensi, personaggi profondi e trame ricche di tensione.

Non è un caso che molti tra i più celebri attori della storia del cinema si siano cimentati in scene memorabili intorno a un tavolo verde: da John Wayne a Daniel Craig, da Matt Damon a Steve McQueen, da Mel Gibson a Nicolas Cage fino al grande Henry Fonda. Il poker, con il suo carico di sfida e introspezione, continua a sedurre registi e spettatori in tutto il mondo.

Alcune pellicole sul poker sono imprescindibili per tutti gli amanti del gioco; tra queste citiamo:

  • Il Giocatore - Rounders (1998), in cui Matt Damon al fianco di Edward Norton tenta di sbancare il torneo WPT di Las Vegas;
  • Casino Royale (2006), in cui un affascinante Daniel Craig, nei panni di James Bond, si muove tra virus letali e tavoli da gioco;
  • Maverick (1994), con Mel Gibson e Jodie Foster che guidano il cast di un'avventura western diretta con maestria da Richard Donner, un film ispirato a una rinomata serie televisiva. La trama, aggraziata e vivace, ruota attorno alla passione del protagonista, il furfante Maverick, per le partite di poker;
  • Le Regole del Gioco - Lucky You (2003), dove Eric Bana, nel ruolo di un pokerista professionista, incontra il proprio padre al WPT in una sfida all'ultima fiche;
  • Regalo di Natale (1986) e il sequel La Rivincita di Natale (2004), in cui Diego Abatantuono, Carlo Delle Piane ed Alessandro Haber sfoggiano l'abilità (attoriale) al tavolo verde per mettere il luce i lati più oscuri dell'animo umano;
  • Asso (1981): impossibile non citare Adriano Celentano nel ruolo di un bluffatore che frequenta le tipiche bische clandestine colme di fumo e tipi loschi. Il merito della pellicola è quello di mostrare con sguardo ironico, provocatorio e divertente, un gioco spesso esaltato in modo eccessivo;
  • The Cincinnati Kid (1965), in cui “the kid” altro non è che il celebre Steve McQueen nei panni di Stoner, un giocatore di poker specializzato nella formula Five Card Stud, che tenterà di avere la meglio su “The Man” o Howard, interpretato da Edward G. Robinson, giocando onestamente. Sebbene la critica l'abbia definita “improbabile”, la mano finale è entrata nella storia del cinema statunitense;
  • Molly's Game (2017). Citiamo questo film piuttosto recente rispetto agli altri, ispirato all'omonimo libro. Molly Bloom è un'organizzatrice di un giro di poker per personaggi di spicco, quali celebrità, uomini d'affari, gangster e altro ancora. Ambientato nella magica Hollywood, con un incasso di 59,3 milioni di dollari è diventato uno dei film sul poker più favorevolmente accolti dal pubblico;
  • Shade - Carta Vincente (2003), un thriller in cui un gruppo di truffatori mette a punto un piano per battere un famoso giocatore di poker, "The Dean", interpretato da Sylvester Stallone. Tra imbrogli e doppi giochi, il film regala tensione e colpi di scena, con partite di poker mozzafiato sullo sfondo;
  • The Grand (2007), una commedia che mescola il poker con umorismo surreale. Il film segue un gruppo di giocatori bizzarri che si sfidano in un torneo a Las Vegas. Con un cast corale guidato da Woody Harrelson, "The Grand" è una parodia irriverente e originale del mondo del poker;
  • Lucky Girl (2015), conosciuto anche come Mississippi Grind, con Ryan Reynolds e Ben Mendelsohn nei ruoli principali. La storia segue due giocatori d'azzardo in viaggio lungo il Mississippi, alla ricerca della partita che potrebbe cambiare le loro vite. Il film esplora temi come la dipendenza dal gioco e il legame umano.

Vi sono pellicole, inoltre, basate su vicende del poker realmente accadute e che hanno raccontato storie vere di leggende del poker come:

  • Stuey (2003), in cui Michael Imperioli interpreta Stu Ungar, pokerista morto a soli 39 anni che, nella sua breve vita, ha sbancato i tavoli da poker internazionali vincendo oltre 10 milioni di dollari;
  • High Roller: The Stu Ungar Story (2003), un biopic che racconta la vita di Stu Ungar, un prodigio del poker capace di vincere per ben tre volte il World Series of Poker Main Event. Il film esplora i successi e le difficoltà personali di Ungar, offrendo uno sguardo intenso sul mondo del poker professionistico;
  • 21 (2008), dove Jim Sturgess assume il ruolo di uno studente dotato di intelligenza straordinaria che si unisce a un gruppo di colleghi altrettanto abili nel conteggio delle carte, portando a una serie di successi nei casinò. "21" trae ispirazione da eventi reali, promettendo di entusiasmare gli appassionati di poker e, forse, suscitare qualche illusione;
  • All In: The Poker Movie (2009): un documentario che racconta l’evoluzione del poker nel corso degli anni, mettendo in luce storie di giocatori leggendari e il boom del poker online. Con interviste a grandi nomi come Chris Moneymaker, il film esplora le trasformazioni culturali e sociali legate al gioco;
  • The Best Hand Ever: The Story of Phil Ivey (2020): una docuserie che segue la vita di Phil Ivey, considerato uno dei migliori giocatori di poker di sempre, con aneddoti e racconti sulle sue incredibili mani e strategie.

Nei film sul poker, il tavolo da gioco diventa il luogo metaforico in cui, attraverso le abilità psicologiche e di calcolo, è possibile riscattare la propria vita. I giocatori, spesso, sono l'emblema di alcuni tra i peggiori tratti dell'essere umano, tanto da risultare, talvolta, come assoggettati ad un mondo fatto di ombre e denaro.

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Uno degli aspetti più affascinanti del poker è la sua capacità di riflettere, in modo sorprendentemente realistico, le dinamiche della vita e, in particolare, quelle che si svolgono sul set cinematografico. Non è un caso che questa disciplina sia diventata spesso un simbolo nei film, non solo per la tensione e il rischio che porta con sé, ma anche per le abilità mentali e comportamentali che richiede.

Giocare bene a poker significa saper leggere gli altri senza che parlino. Nessun trucco soprannaturale: solo tanta esperienza nell’interpretare gesti, sguardi, posture e silenzi. Lo stesso accade nel cinema, dove la capacità di cogliere i segnali nascosti dei personaggi, o di nasconderli, è ciò che li rende interessanti e misteriosi, fino a rivelare la loro vera natura solo sul finale. Una tecnica narrativa che alimenta il fascino del racconto e tiene lo spettatore incollato allo schermo.

Il bluff è forse l’elemento più iconico del poker e rappresenta una delle armi più potenti anche nella narrazione cinematografica. Quando viene eseguito con maestria, può ribaltare completamente l’esito di una mano. Lo stesso accade in un film: un inganno ben costruito può stravolgere il senso della storia, sorprendere chi guarda e dare una svolta alla trama. Che si tratti di confondere l’avversario al tavolo verde o un personaggio in scena, la tecnica è la stessa: mantenere il sangue freddo, controllare ogni minima espressione e non lasciar trasparire nulla.