Registrati su SNAI

Vincitori Mondiali Qatar 2022

I Mondiali raggiungono le vette più alte dell'immaginario di un appassionato di calcio, per l'importanza storica e la rilevanza sportiva, sociale e culturale di una manifestazione che mette a confronto decine di paesi provenienti da ogni angolo del mondo.

Il campionato mondiale di calcio di Qatar 2022, che va in scena dal 21 novembre al 18 dicembre 2022, si pone come uno degli eventi più entusiasmanti e coinvolgenti a livello globale.

Nella prima fase le 32 nazionali partecipanti, divise in 8 gruppi da 4 squadre l'uno, si contendono l'accesso alla fase ad eliminazione diretta, che parte il 3 dicembre con i primi ottavi di finale. La finalissima del 18 dicembre ci permette di scoprire la nazionale vincitrice, che viene aggiunta all'albo d'oro dei Mondiali, facendo compagnia ai nomi delle altre squadre vittoriose nelle precedenti edizioni disputate.

Come seguire i Mondiali Qatar 2022 con SNAI

Per seguire le notizie e gli aggiornamenti di SNAI sui Mondiali 2022, potete visitare il nostro portale, che propone numerose tipologie di scommesse, tra cui anche l'opzione live, con l'opportunità di giocare durante lo svolgimento dei match della competizione.

Per consultare l'intero quadro delle quote SNAI dei Mondiali 2022, potete accedere alla sezione delle scommesse dedicate all'evento, con la possibilità di usufruire anche delle scommesse antepost, che consentono di esprimere il pronostico in largo anticipo sulla nazionale vincitrice della manifestazione, nonché sulla convocazione di un calciatore per il torneo e sulla titolarità di un certo giocatore nel match d'esordio.

Andiamo ora a vedere insieme le nazionali che hanno trionfato nei campionati mondiali del passato, partendo dall'ultimo torneo disputato in Russia, per arrivare poi alla prima edizione organizzata in Uruguay nel 1930.

2018: la Francia di Deschamps

La Francia è una delle squadre più titolate al mondo, sono moltissimi i trofei che arricchiscono la bacheca della nazionale. Tuttavia, i francesi arrivano all'edizione 2018 dei Mondiali con un solo grande successo alle spalle nella storia della competizione, quello di Francia 1998. E a vent'anni di distanza dal primo trionfo, i Blues tornano finalmente ad alzare al cielo la Coppa del Mondo. La formazione di Deschamps ha ampiamente meritato questo successo, giocando un Mondiale di altissimo livello, con i giocatori che hanno mostrato freddezza e lucidità anche nei momenti più difficili. La Francia si è resa protagonista di una lunga cavalcata, che ha avuto inizio nella fase a gironi dove il club è stato sorteggiato nel Gruppo C insieme a Danimarca, Perù e Australia. Tutto facile per i francesi, che hanno archiviato la fase a gironi con 7 punti in tasca, due in più rispetto alla Danimarca seconda qualificata. Nella fase a eliminazione diretta, i francesi hanno subito dovuto fare i conti agli ottavi di finale con un avversario molto ostico: l'Argentina. In una partita rocambolesca dove si contano ben sette gol, i francesi sono riusciti a spuntarla per 4-3. Ai quarti hanno incontrato l'Uruguay, al quale hanno rifilato un tranquillo 2-0 senza troppe sofferenze. Più dura la semifinale contro un ottimo Belgio, che i francesi sono riusciti a fermare con difficoltà grazie al gol di Umtiti. E infine, la prestigiosa finale di Mosca: qui la Francia ha incontrato la sorpresa del torneo, ovvero la Croazia. Una squadra coraggiosa, che ci ha creduto, ma non ha potuto nulla contro la forza dei Blues. Al termine di una partita intensa e sofferta, l'esito è un 4-2 che consegna la Coppa del Mondo alla Francia.

2014: la Germania di Löw

Il campionato mondiale organizzato in Brasile nel 2014 viene dominato e vinto dalla nazionale tedesca allenata dal tecnico Joachim Löw. La Germania fornisce delle prestazioni di assoluto valore, con un calcio spumeggiante, votato all'attacco, con difesa alta, palleggio di qualità e rapide verticalizzazioni per le punte e i centrocampisti d'inserimento. I tedeschi suggellano con il titolo mondiale un decennio di profondi cambiamenti nello stile di gioco: i vertici della federazione tedesca hanno deciso di puntare sui settori giovanili e su una tattica di gioco meno fisica e più tecnica e propositiva. Da questi investimenti sono nati e cresciuti calciatori come Neuer, Boateng, Hummels, Kroos, Khedira, Ozil e Muller, che hanno portato la Germania alla vittoria nel corso del torneo brasiliano.

Oltre alla finale del 13 luglio vinta contro l'Argentina di Messi ai supplementari con gol di Gotze, la prestazione più eclatante è quella contro il Brasile padrone di casa, umiliato con il risultato di 7-1 in semifinale. Questa gara è il manifesto del calcio tedesco attuale, molto più simile al calcio brasiliano e spagnolo, rispetto agli standard del vecchio calcio della Germania, che vinse altre edizioni dei Mondiali, mostrando però giocatori meno estrosi, un gioco solido ma spesso prevedibile e una fisicità impressionante.

2010: la Spagna del Tiki Taka

Come il 2014 è l'anno della Germania, il 2010 è quello della consacrazione spagnola con il primo campionato del mondo conquistato in tutta la sua storia. Una consacrazione non solo per via del risultato finale, ma per uno splendido percorso delle stagioni precedenti, che ha portato all'affermazione in Europa di un gioco innovativo noto con il nome di “Tiki Taka”, praticato sia dal Barcellona di Guardiola, sia dalla nazionale delle furie rosse: possesso palla esasperato e giro palla continuo per trovare gli spazi giusti per attivare i talenti offensivi della squadra e aprire le fasce per le discese dei terzini, che diventano attaccanti veri e propri.

Questo gioco viene mostrato in tutto il torneo sudafricano e anche in finale contro l'Olanda di Robben, Snejder e Van Persie. Gli Orange rispondono però colpo su colpo, mantenendo il risultato in parità fino agli ultimi minuti dei tempi supplementari: lo 0-0 che avrebbe condotto ai rigori viene sbloccato dalla rete del fuoriclasse spagnolo Andres Iniesta al 116', che regala la Coppa del Mondo alla squadra allenata da Vicente Del Bosque.

2006: l'Italia di Lippi

Il torneo del 2006 si disputa in Germania e vede la nazionale italiana come principale protagonista. La squadra di Marcello Lippi, nonostante la pressione mediatica per via dello scandalo Calciopoli, è in grado di focalizzare la propria attenzione sulle gare del torneo e di approfittare della strada in discesa in seguito al passaggio del girone iniziale: i successi contro l'Australia, grazie al penalty trasformato da Totti allo scadere, e contro l'Ucraina, con gol di Zambrotta e doppietta di Luca Toni, portano gli azzurri allo scontro decisivo con i padroni di casa della Germania, in buonissima forma ma inferiori dal punto di vista tecnico rispetto all'Italia.

La sfida del Westfalenstadion di Dortmund non si schioda dallo 0-0 fino al minuto 118' quando, sugli sviluppi di un corner, Andrea Pirlo trova lo spazio per servire il terzino Fabio Grosso, che insacca il pallone del vantaggio con un sinistro a giro sul secondo palo, dove Lehmann non può arrivare. Dopo due minuti arriva anche la rete del 2-0 con Alex Del Piero che in contropiede capitalizza alla perfezione un assist di Alberto Gilardino.

La celebre finale dei Mondiali 2006 è quella del 9 luglio tra Francia e Italia nella cornice dell'Olympiastadion di Berlino. Il gol su rigore di Zidane al 7' viene pareggiato circa dieci minuti più tardi dal colpo di testa di Materazzi su calcio d'angolo. Lo scontro rimane in equilibrio fino ai tempi supplementari e si arriva alla lotteria dei calci di rigore: il penalty decisivo viene segnato da Fabio Grosso, che risulta ancora l'uomo decisivo del torneo, regalando il quarto titolo mondiale alla sua nazionale.

La finale è rimasta agli annali anche per l'ormai proverbiale e scorretta testata di Zidane a Materazzi, costata l'espulsione al campione francese, che alla fine non ha potuto calciare il suo penalty.

2002: Il Brasile di Ronaldo

Quello del 2002 è il primo campionato del mondo ad essere disputato in Oriente, grazie all'ospitalità di Giappone e Corea del Sud. La nazionale che monopolizza il torneo è il Brasile allenato da Luiz Felipe Scolari, che guida una delle squadre più talentuose di tutti i tempi: parliamo di terzini come Cafu e Roberto Carlos, di un difensore come Lucio e di stelle assolute come Ronaldinho, Ronaldo e Rivaldo. Dopo aver eliminato il Belgio agli ottavi con un 2-0, l'Inghilterra ai quarti per 2-1 e la Turchia in semifinale per 1-0, la nazionale verdeoro trova in finale la Germania di Rudi Voeller, che non sembra poter competere con un colosso come il Brasile. Infatti il match conclusivo del torneo termina sul 2-0, con una doppietta decisiva del “Fenomeno” Ronaldo, al 67' e al 79'. In finale è presente anche un po' di Italia, visto che ad arbitrare è uno dei più famosi direttori di gara di tutti i tempi, Pierluigi Collina.

1998: la Francia di Zidane

La Francia torna ad ospitare il torneo mondiale dopo 60 anni, candidandosi alla vittoria finale sebbene non abbia mai conquistato la Coppa del Mondo. La nazionale transalpina presenta calciatori di grandissimo talento: il reparto arretrato composto dal portiere Barthez, dal leader difensivo Blanc e dai solidi Thuram e Desailly; in mezzo al campo Deschamps e Petit organizzano il gioco, con il supporto del trequartista Zidane, uno dei giocatori più forti della storia del calcio mondiale; in attacco Djorkaeff supporta Guivarc'h, ma in panchina scalpitano i futuri fenomeni Henry e Trezeguet.

La nazionale di Aimé Jacquet vince in finale contro il Brasile di Ronaldo e compagni grazie a una doppietta spettacolare di Zinedine Zidane e alla rete del centrocampista Petit allo scadere del match, che suggella il 3-0 del trionfo francese davanti al proprio pubblico.

1994: il Brasile di Romario

Il primo mondiale statunitense propone una serie di nazionali favorite, tra cui spiccano le due squadre che saranno finaliste nella cornice di Pasadena il 17 luglio, Brasile e Italia. La squadra verdeoro non è certo una sorpresa, ma mancava in finale da ben 24 anni; gli azzurri dispongono di una rosa incredibile, con giocatori di altissima qualità, con il Divin Codino Roberto Baggio su tutti, a guidare la sua nazionale fino in finale a suon di gol.

La partita decisiva non offre molte emozioni: le due squadre si temono e i calciatori non vogliono fare passi falsi che potrebbero compromettere una delle gare più importanti della propria carriera. Con il punteggio di 0-0 si arriva ai calci di rigore, che molti azzurri falliscono, tra cui i leader della squadra di Arrigo Sacchi, Franco baresi e Roberto Baggio. Il Brasile guidato dal fortissimo Romario riescono quindi ad avere la meglio e a conquistare il quarto mondiale della loro storia.

1990: la Germania di Matthaus

Il torneo che si disputa in Italia ha un sapore molto particolare per la nazionale azzurra, che appare come la candidata principale della competizione casalinga. Ma la semifinale contro l'Argentina cambia le prospettive italiane: la squadra di Maradona riesce a fermare sull'1-1 gli azzurri, che perdono ai rigori, mandando l'Albiceleste in finale contro la Germania.

La partita decisiva propone uno scontro tra due nazionali di grande blasone, spesso protagoniste nell'ambito di questa manifestazione. Il match tra la Germania del trio Brehme-Matthaus-Klinsmann e l'Argentina di Maradona si conclude con la vittoria tedesca per 1-0 con un rigore di Brehme nei minuti finali di gara.

1986: l'Argentina di Maradona

È il Messico ad ospitare i campionati mondiali del 1986, che vedono la vittoria della nazionale argentina guidata da una stella assoluta come Diego Armando Maradona. Il Pibe de Oro incanta il mondo intero con le sue magie, soprattutto nel corso della gara dei quarti di finale contro l'Inghilterra,guidata dal suo centravanti Gary Lineker. Quel match, terminato 2-1 per gli argentini, è passato alla storia per la doppietta di Maradona, che nel secondo tempo segna prima con un tocco di mano non visto dall'arbitro, la cosiddetta “Mano de Dios”, e poi con un'azione indimenticabile che può essere considerata forse la rete più bella di tutte le edizioni, partendo da metà campo, ubriacando di dribbling gran parte dei giocatori britannici e insaccando dopo aver aggirato anche il portiere.

La finale del torneo vede invece lo scontro tra Argentina e Germania, giocata a Città del Messico e terminata 3-2 per la formazione di Maradona, che non segna ma guida i compagni al secondo titolo della storia della nazionale.

1982: l'Italia di Paolo Rossi

La manifestazione organizzata in Spagna vede protagonista la nazionale azzurra allenata da Enzo Bearzot e guidata in campo da giocatori di grande talento ed esperienza, come il portiere Dino Zoff, i difensori Bergomi e Scirea, i centrocampisti Causio e Tardelli e gli attaccanti Conti e Paolo Rossi.

La squadra italiana riesce a superare con qualche difficoltà il proprio girone, ma dà poi il meglio di sé nelle partite ad eliminazione diretta, come contro la Polonia in semifinale, dove vince per 2-0 con doppietta di Rossi, e soprattutto in finale contro i tedeschi della Germania Ovest, battuti per 3-1 nel meraviglioso teatro del Bernabeu di Madrid. La squadra azzurra sigla le tre reti della vittoria nella seconda frazione di gioco, prima con Rossi, poi con Tardelli e infine con Altobelli, rendendo vana la rete di Breitner per la Germania. Si tratta del terzo Mondiale vinto per l'Italia, che consente al capitano 40enne Dino Zoff di alzare la Coppa del Mondo e concludere in modo speciale la sua avventura in azzurro.

1978: l'Argentina di Kempes

Il torneo disputato in Argentina nel 1978 vede trionfare i padroni di casa per la prima volta in assoluto. La squadra guidata da Menotti è in grado di qualificarsi per la finale di Buenos Aires e affrontare la spettacolare Olanda di Neeskens, Rep e Rensenbrink. Nonostante gli Orange dispongano di giocatori più talentuosi, gli argentini fanno rispettare il fattore campo e si fanno guidare dal proprio gioiello Mario Kempes, che sigla il gol del vantaggio nel primo tempo; il pareggio di Nanninga porta la gara ai supplementari, ma ancora Kempes e poi Bertoni regalano la coppa ai padroni di casa, che riescono a vincere per 3-1.

1974: la Germania di Muller

Il Mondiale disputato in Germania Ovest propone delle squadre davvero agguerrite, ma una nazionale su tutte monopolizza l'attenzione: l'Olanda di Johann Crujff. Gli Orange presentano un gioco innovativo, che predilige la manovra palla a terra e i movimenti sincronizzati tra i reparti, il cosiddetto “calcio totale”, dove tutti i giocatori si impegnano ad attaccare e difendere.

Gli olandesi arrivano in finale da favoriti, sebbene si contendano la Coppa del Mondo con i padroni di casa della Germania Ovest. Il match del 7 luglio si risolve nella prima metà di gara: il rigore di Neeskens illude gli Orange, che subiscono la rimonta tedesca in 20 minuti, con il rigore di Breitner e la rete decisiva di Gerd Muller, attaccante letale in area di rigore, che consente alla Germania di conquistare il titolo davanti al suo pubblico.

1970: il Brasile di Zagallo

Il primo campionato mondiale messicano della storia calcistica offre grande spettacolo, ma soprattutto una squadra sopra a tutte le altre, il Brasile allenato da Zagallo: una vera fucina di talenti, a partire da Pelé, passando per Carlos Alberto, Jairzinho, Rivelino e arrivando a Gerson e Tostao. La finale di Città del Messico contro l'Italia è una gara a senso unico, che si conclude con un 4-1 senza repliche. Gli azzurri, che presentano una squadra assolutamente competitiva non riescono a ritrovare le energie dopo la spettacolare semifinale contro la Germania Ovest, vinta per 4-3 dopo i tempi supplementari: calciatori come Rivera, Mazzola e Riva si sono rivelati poco lucidi nella gara decisiva contro un Brasile molto fresco.

1966: l'Inghilterra di Hurst e Charlton

La prima edizione del torneo giocata nel paese che inventò il calcio, vede una finale davvero memorabile, giocata il 30 luglio allo stadio Wembley di Londra tra i padroni di casa dell'Inghilterra e la Germania Ovest di Franz Beckenbauer. Dopo il 2-2 dei tempi regolamentari, la squadra britannica riesce a vincere per 4-2 ai supplementari con la doppietta del centravanti Hurst, autore però di una rete fortemente dubbia, con il pallone che colpisce la traversa e probabilmente non oltrepassa la linea di porta: gli strumenti tecnologici dell'epoca non permettono di stabilire la validità del gol, che viene ad ogni modo convalidato.

1958/1962: il Brasile di Pelé e Garrincha

Le edizioni disputate in Svezia nel 1958 e in Cile nel 1962 vedono due successi consecutivi di un Brasile troppo superiore a tutte le altre partecipanti.

La supremazia di Pelé e compagni viene dimostrata nelle due finali stradominate. Prima nel 1958, con il 5-2 contro la Svezia padrona di casa, grazie alle doppiette di Pelé e Vavà e alla rete di Zagallo; per la Svezia gol di Liedholm e Simonsson. Poi nel 1962, con la netta vittoria contro la Cecoslovacchia, grazie alle reti di Amarildo, Zito e Vavà; per gli slavi il gol della bandiera è siglato da Masopust.

1954: la Germania Ovest di Herberger

La grande favorita ai Mondiali svizzeri del 1954 è la celebre Ungheria guidata dal fuoriclasse Ferenc Puskas. La nazionale ungherese, denominata la “squadra d'oro”, arriva nella finale di Berna per affrontare i tedeschi della Germania Ovest. In due minuti gli ungheresi segnano due reti, con Puskas e Czibor all'6' e al 8', ma i tedeschi riescono a trovare il pareggio tra il 10' e il 18', con Morlock e Rahn: quest'ultimo va poi a siglare la rete della vittoria per 3-2 all'84', regalando il primo titolo della storia alla propria nazionale.

1950: l'Uruguay di Schiaffino

Il Brasile ospita il primo campionato mondiale del Dopoguerra e si propone come la principale candidata ad alzare la coppa nella finale di Rio de Janeiro. Dopo aver superato agevolmente le precedenti gare, i verdeoro affrontano l'Uruguay davanti ai 200mila spettatori del Maracanà, con tutti i favori del pronostico. Il vantaggio brasiliano con Friaça al 47' fa pensare a una vittoria in scioltezza dei padroni di casa, ma gli uruguaiani reagiscono, trovando il pari con Schiaffino e addirittura il gol della vittoria definitiva con Ghiggia. Tutto il Maracanà sprofonda nello sconforto più totale: si raccontano scene di assoluta disperazione, con la gran parte degli spettatori con le lacrime agli occhi, diverse persone colte da infarto e un paio di tifosi così disperate da gettarsi dagli spalti: questo episodio della storia sportivo è passato alla storia come Maracanazo.

1934/1938: l'Italia di Meazza

Gli anni '30 presentano la seconda e la terza edizione della competizione, che sono dominati dalla nazionale italiana guidata dal tecnico Vittorio Pozzo, con calciatori di grande prestigio come Meazza, Orsi, Schiavio e il leggendario portiere Combi.

Nel 1934 si gioca in Italia, con la finale tra i padroni di casa e la Cecoslovacchia. La partita del 10 giugno termina 2-1 a favore degli azzzurri, che superano gli avversari con i gol di Orsi e Schiavio, subendo solo il gol di Puc, che aveva solo momentaneamente fermato l'Italia sul pari.

Nel 1938 il torneo francese vede ancora l'Italia protagonista, con la vittoria in finale contro l'Ungheria per 4-2: le doppiette delle punte italiane Silvio Piola e Gino Colaussi rendono vane le segnature ungheresi di Titkos e Sarosi.

1930: Uruguay primo vincitore dei Mondiali

La primissima edizione della competizione più prestigiosa per nazionali si svolge in Uruguay nel 1930. Proprio la formazione ospitante vince la manifestazione: il 30 luglio a Montevideo la Celeste di Alberto Suppici batte l'Albiceleste della coppia di tecnici Olazar-Tramutola con il punteggio di 4-2. I padroni di casa passano in vantaggio con la rete di Dorado, pareggiata dall'argentino Peucelle; gli ospiti trovano la rete dell'1-2 con Stabile, ma al ritorno dagli spogliatoi Cea, Iriarte e Castro siglano i tre gol della vittoria della Celeste, che diventa la prima nazionale a vincere un Mondiale di calcio.

Notizie e approfondimenti su Qatar 2022 con SNAI

SNAI copre interamente l'evento sportivo dell'anno, con news e approfondimenti sulle squadre e sui calciatori protagonisti della manifestazione.

Nell'area Mondiali Qatar 2022 potete trovare numerose informazioni sul calendario, sugli stadi e sul pallone di Qatar 2022, sulla storia della competizione, sulle finali giocate e sull'importanza del torneo a livello globale.