Le gare delle qualificazioni mondiali di basket sono molto importanti perché è possibile monitorare l'evoluzione delle diverse nazionali e osservare la preparazione al torneo internazionale.
La nuova formula per la qualificazione ai mondiali è entrata in vigore nel 2017. Attualmente non si accede più al campionato mondiale con un buon piazzamento nel corso dei tornei continentali. La FIBA dedica ora un lungo periodo alle gare di qualificazione, della durata di circa 18 mesi: per guadagnarsi un posto ai Mondiali è necessario superare due gruppi di qualificazione. Le confederazioni dei diversi continenti (Europa, Americhe, Africa, Asia/Oceania) sono tenute a sorteggiare i gironi in cui inserire le squadre. I posti disponibili per il torneo mondiale sono 32, inclusa la squadra del paese ospitante, già qualificata di diritto. Delle 32 squadre che prendono parte alle qualificazioni nel continente europeo, ne passano 12; delle 16 nazionali delle qualificazioni americane ne arrivano 7, così come per la confederazione Asia/Oceania; per il continente africano, delle 16 compagini che si danno battaglia durante le gare di qualificazione, solo 5 arrivano ai campionati mondiali.
I Mondiali sono un evento imperdibile per gli appassionati di basket e le partite di qualificazione sono un bel modo per avvicinarsi al torneo, per conoscere i nuovi talenti della pallacanestro internazionale e capire quali sono le squadre favorite per la vittoria finale.
Quando si parla di basket internazionale non si possono non citare gli Stati Uniti, vero emblema di questo sport, grazie agli incredibili talenti della NBA che hanno portato in America numerosi trofei, tra cui diversi campionati mondiali. Uno dei tornei più appassionanti è quello del 201 quando gli USA di Mike Krzyzewski vincono dopo ben 16 anni, con le magie di giovani futuri campioni come Kevin Durant, Derrick Rose, Russell Westbrook, Kevin Love e Stephen Curry. Dopo aver superato la Russia di Bykov e Chrjapa nei quarti di finale e la Lituania di Kleiza e Maciulis in semifinale, gli USA battono in finale la Turchia dell'asso NBA Hedo Turkoglu, sfruttando la serata di grazia di Kevin Durant, autore di 28 punti.
La nazionale che negli ultimi tempi ha monopolizzato il panorama europeo e mondiale è la Spagna, vincitrice del campionato mondiale del 2006 disputato in Giappone. Il movimento cestistico spagnolo fa registrare un picco all'inizio degli anni 2000, con la nascita di talenti straordinari che consentono alla nazionale di trionfare in diversi tornei continentali, così come nel torneo mondiale 2006. Si tratta di fuoriclasse assoluti come i fratelli Pau e Marc Gasol, Juan Navarro, José Calderon, Rudy Fernandez, Felipe Reyes e molti altri ancora. In Giappone la squadra spagnola dimostra una netta superiorità rispetto agli avversari, vincendo nella gara degli ottavi di finale contro Serbia & Montenegro e ai quarti contro la solida Lituania. In semifinale la Spagna trova i fortissimi argentini guidati dal tecnico Sergio Hernandez, con i quali vincono 75-74 in un incontro dalle emozioni forti in vista dell'accesso alla finale. L'attesissima finale Spagna-Stati Uniti non si concretizza per via della gara perfetta della Grecia, che batte gli americani in semifinale, ma viene sconfitta agevolmente in finale dagli spagnoli con il punteggio di 70-47, grazie ad una prestazione memorabile del leader Pau Gasol, eletto anche MVP della manifestazione.
Una delle compagini più competitive è anche l'Argentina, che nel 2002 e nel 2006 partecipa ai tornei mondiali ottenendo risultati importanti. La nazionale albiceleste dell'epoca è un concentrato di freschezza atletica e tecnica sopraffina, guidata dalla leadership assoluta di Manu Ginobili, uno dei migliori cestisti del panorama internazionale e giocatore simbolo dei San Antonio Spurs. Insieme a giocatori di alto livello come Luis Scola, Hugo Sconochini, Fabricio Oberto e Andres Nocioni, Ginobili porta la sua nazionale a disputare la finale del mondiale americano del 2002, persa con la fortissima Jugoslavia di Divac, Bodiroga e Radmanovic, anche a causa dell'infortunio occorso in semifinale al fuoriclasse argentino, costretto a giocare solamente 12 minuti di gara. Anche nel Mondiale 2006 l'Argentina non è fortunata: in questa occasione si ferma in semifinale contro la Spagna di Gasol, superata di un solo punto sul tabellino finale.